"Queste pagine nascono dall'esperienza degli ultimi anni ed organizzano, con taglio più meditato, le lezioni da me tenute al primo anno della Scuola di Giurisprudenza dell’Università di Milano-Bicocca. Il riferimento al “Corso” mi è sembrato più adatto ad esprimere il senso del lavoro svolto. Come in un corso d’acqua, si rinviene nel testo un inizio ed una fine, forse una traccia. Non vi è, però, alcunché di fisso ed immutabile, giacché il Corso è aperto alle necessarie integrazioni ed agli aggiustamenti che i frenetici avvicendamenti (normativi e giurisprudenziali) imporranno sin dal giorno successivo a quello della pubblicazione. Un cantiere aperto, si può dire, da far vivere sul campo, nelle aule universitarie, in cui gli studenti hanno un ruolo attivo nel lavoro di ricostruzione del sistema. Alla base del lavoro vi è (sia consentita, in questa introduzione, la libertà delle parole) un atto d’amore per il diritto e, in particolare, per il diritto privato. Si può amare il diritto, si chiederà perplesso lo studente? Non è forse esso un insieme di nozioni astratte, di commi del codice da imparare a memoria? Dico subito quale è il mio punto di vista, sperando di poterlo condividere, durante le lezioni, con i ragazzi. Il diritto privato è la vita in movimento, giacché riguarda i bisogni delle persone, le istanze che emergono nella società..." (Dall'introduzione)